Il tuo sito è nelle prime pagine dei risultati di ricerca su Google e i visitatori stanno affluendo come petrolio da una trivella al tuo sito? Eccezionale! Sì, certo… sempre che tu sappia cosa fartene di tutto questo traffico.
Se sei arrivato a questo punto, è perché probabilmente hai congegnato (o qualcuno lo ha fatto per te) una buona strategia SEO per portare i tuoi contenuti ai primi posti sui motori di ricerca. Ed è fantastico, davvero. Ma questo non significa che si tratti di un risultato utile.
Tranquillo, non voglio farti venire dei dubbi esistenziali. I visitatori sono preziosi e la SEO è uno strumento utilissimo. Ma non rappresenta altro che un ingranaggio nel più complesso strumento del web marketing. O, per metterla in altri termini, che un passo nel processo di “conversione” dei visitatori stessi.
La SEO è uno strumento utilissimo, ma non rappresenta altro che un ingranaggio nel più complesso strumento del web marketing
Partiamo da un primo distinguo: i visitatori possono essere “utili”, ma non tutti i visitatori lo sono per forza. Se per esempio ti occupi di abbigliamento sportivo, difficilmente avrai bisogno di qualcuno che è arrivato sul tuo sito perché è in cerca di assistenza legale in seguito a un sinistro.
Certo, è un esempio estremo, ma ci siamo capiti, no? Non hai bisogno che sul tuo sito arrivi più gente possibile (sempre che il tuo obiettivo non consista proprio nell’ottenere più click possibili… ma quello è un caso un po’ particolare), ma che arrivi la gente giusta. Ovvero i tuoi potenziali clienti.
Se gli utenti che arrivano al tuo sito non rientrano in questa categoria, beh, potremmo trovarci di fronte a un classico caso di “mal di SEO”. Non ne hai mai sentito parlare? In questo articolo ti spiego di cosa si tratta!
Quindi, prima di decidere che cosa fare dei tuoi visitatori, cerca innanzitutto di capire se si tratti delle persone giuste. Una volta archiviato questo dubbio, puoi passare allo step successivo.
Il fatto che delle persone visitino il tuo sito non significa per forza che facciano quello che ti serve. Ovvero acquistino i tuoi prodotti e servizi, richiedano una consulenza, si iscrivano alla tua newsletter… o qualsiasi altro sia il tuo obiettivo.
Ho già utilizzato la stessa metafora altrove… con la SEO puoi convincere delle persone a entrare nel tuo negozio e visitarlo, ma non per questo è scontato che comprino qualcosa.
Devi, insomma, convincere i visitatori a “comprare la tua merce” (anche se, come hai potuto vedere dagli esempi riportati sopra, non è detto che il tuo obiettivo sia effettivamente vendergli qualcosa… almeno per il momento).
Hai bisogno, per farla breve, di “convertire” i tuoi visitatori e trasformarli prima in potenziali clienti e poi in clienti effettivi. Quello che ti serve, insomma, è un percorso di conversione.
Non hai bisogno che sul tuo sito arrivi più gente possibile, ma che arrivi la gente giusta, ovvero i tuoi potenziali clienti
Strutturare un percorso di conversione efficace è complicato e richiede una certa esperienza e progettualità. Ci sono, però, alcuni consigli di base che valgono bene o male in tutte le situazioni.
Una landing page è, letteralmente, una “pagina di atterraggio” a cui approda un visitatore, ad esempio dopo aver cliccato sul tuo link dalla pagina dei risultati su Google o su una tua campagna pubblicitaria sui social.
Una landing page deve essere strutturata in modo da consentire ai tuoi clienti di ottenere quello che vogliono e, di converso, di ottenere quello che tu vuoi da loro. Nei prossimi punti vedremo quali sono le caratteristiche essenziali di una pagina di questo tipo.
Al di là delle landing page effettive, è però importante che ogni pagina del tuo sito sia pensata per funzionare in qualche modo come una landing page. Insomma, ovunque si trovi il tuo visitatore, deve avere la possibilità di entrare in contatto con te o richiedere i tuoi prodotti e servizi nel giro di uno o di pochi clic.
I visitatori del tuo sito ti fanno visita non per semplice simpatia, ma perché sono in cerca di qualcosa: un’informazione, un prodotto, un servizio o magari anche puro e semplice intrattenimento.
Di qualsiasi cosa si tratti, è questo che devi dare ai tuoi potenziali clienti: qualcosa di utile.
Potrebbe trattarsi di un buono sconto, della soluzione a un problema o ancora di una storia interessante (a tal proposito, potrebbe tornarti utile familiarizzare con il concetto di Content Marketing). L’importante è che il visitatore risulti in qualche modo “arricchito” dalla visita al tuo sito e sia in questo modo ben disposto nei tuoi confronti.
I visitatori del tuo sito non arrivano da te per semplice simpatia, ma perché sono in cerca di qualcosa: è questo qualcosa che devi fornirgli
Poche informazioni, chiare e concise. Insomma, cerca di andare dritto al punto, perché l’utente non deve risultare confuso dalla visita al tuo sito.
Ad esempio, se l’utente sta ricercando delle informazioni specifiche su di un argomento, sarà deleterio partire spiegandogli chi sei. Concedigli prima il tempo di ottenere quello che vuole. Dopodiché, se sarà soddisfatto di quanto appreso, sarà lui a cercare informazioni sul tuo conto di sua spontanea volontà.
Le persone hanno poco tempo, per i più disparati motivi. E il grosso degli utenti naviga da dispositivi mobile, spesso in situazioni poco agevoli o in brevi pause fra una faccenda e l’altra.
Per questo motivo, è essenziale non fargli perdere tempo e concedergli di ottenere ciò che vogliono nel numero minore di passaggi possibili. Insomma, pochi clic, pochi passaggi, se necessari pochissimi form e campi da compilare. Altrimenti, in breve si scocceranno e si rivolgeranno altrove.
Una call to action è un brevissimo testo, spesso associato a una grafica o a un’immagine, in cui inviti i tuoi utenti a compiere una determinata azione. Si tratta di uno dei tanti microcopy di un sito: ne parlo più a fondo qui. Stiamo parlando, per intenderci, dei classici “compra ora”, “scarica”, “iscriviti alla newsletter”.
Questi microcopy devono essere innanzitutto brevi e immediatamente comprensibili. Quindi, spesso conviene mantenersi “terra-terra” e risultare il più chiari possibile, a prova di fraintendimenti.
Questo però non significa che una call to action non possa essere anche creativa e personalizzata. Anzi: una CTA originale, se comprensibile, ha molte più probabilità di attirare l’attenzione.
Studia una call to action appropriata alla tua singola landing page, in modo da indicare con chiarezza quale sia l’azione che i tuoi visitatori dovrebbero compiere per ottenere ciò che gli serve.
Se sei riuscito a strutturare un percorso di conversione come si deve, riuscirai a raccogliere i frutti del tuo lavoro di SEO. Insomma, non ti rimarrà altro da fare che prenderti cura dei tuoi clienti.
Se hai bisogno di qualcuno che si occupi del posizionamento del tuo sito sui motori di ricerca e della strutturazione di adeguati percorsi di conversione per trasformare i visitatori in clienti, puoi rivolgerti a me.
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