Ti è capitato di sentire questo termine, magari in una conversazione incentrata sul digital marketing, eppure non ne hai ancora colto il significato? Ebbene, bando alle ciance e ai preamboli per allungare il brodo della SEO (se capisci di cosa stiamo parlando… se no, non preoccuparti!), ecco spiegato in breve cos’è la Gamification.
La Gamification è, detto in poche parole, l’applicazione di elementi e meccanismi propri dei giochi in contesti non di gioco. Niente di più. Niente di meno. Ma concentriamoci un istante su queste poche parole.
La Gamification consiste nell’applicazione di elementi e meccanismi propri dei giochi in contesti non ludici
Gamification non significa rendere un gioco qualcosa che non lo è. Significa, piuttosto, prendere in prestito alcuni meccanismi ludici (insomma, il modo in cui funzionano i giochi) per applicarli ad altri ambiti, come quello lavorativo, aziendale, amministrativo…
Questo è il nocciolo della questione. Se però sei interessato a saperne di più, nei prossimi paragrafi ti spiegheremo in maniera più approfondita che cos’è la Gamification.
Cosa sono gli “elementi propri dei giochi” di cui parlavamo poco fa? Prova a pensarci: che cosa ti viene in mente, quando pensi alle componenti essenziali di un gioco?
Tutti questi elementi e dinamiche, se applicati in contesti non ludici, possono essere utilizzati per creare un “sistema gamificato”.
Un concetto collegato alla Gamification è quello di Serious Play. Si tratta di una metodologia – sviluppata e affinata soprattutto dalla LEGO – volta a sviluppare il pensiero creativo e le tecniche di risoluzione dei problemi in ambito lavorativo, attraverso il ricorso ai giochi.
L’idea è che attraverso il ricorso a strumenti concreti – come, nel caso di LEGO, mattoncini da costruzione – gli individui siano in grado di entrare maggiormente in contatto fra di loro e di esprimere meglio il proprio pensiero. In Italia è presente anche una community dedicata, Serious Play Italia.
“Tutto quanto molto bello”, ci dirai. Ma perché mi dovrebbe servire, se sono un professionista o se ho un’attività. La risposta è molto semplice: perché i giochi sono molto coinvolgenti.
I giochi sono coinvolgenti e soprattutto, se sono fatti bene, vengono giocati spontaneamente. Dopotutto, non devi certo pregare qualcuno per fare una partita a Risiko oppure a Dixit, no?
La Gamification è uno strumento potente perché i giochi sono molto coinvolgenti e vengono giocati spontaneamente
La Gamification, quindi, può essere molto utile per far fare cose alle persone in maniera spontanea, così come per creare delle abitudini di comportamento in un target specifico.
Sì, ma cosa? Tutto quello che vuoi.
Con questo non vogliamo dire che grazie ai giochi sarai in grado di far fare ai tuoi potenziali clienti quello che desideri, tipo ipnosi. Intendiamo semplicemente che gli ambiti di applicazione della Gamification sono i più disparati.
Vuoi che i tuoi dipendenti imparino a svolgere determinati compiti in un determinato modo, secondo una precisa (e magari noiosa) routine? Puoi far sì che lo facciano più di buon grado se trasformi l’apprendimento e l’implementazione in qualcosa di divertente.
Vuoi che gli utenti della tua app passino più tempo utilizzandola e condividendo la loro attività con gli amici? Puoi tradurre il tutto in un sistema di gioco per cui ogni interazione con l’applicazione è premiata con dei punti o dei badge, da sfoggiare come status symbol.
Questo giusto per farti un paio di esempi. Detto questo… è facile farlo?
Ovviamente, la risposta è no. Riuscire ad applicare la Gamification a contesti lavorativi richiede un notevole lavoro di pianificazione, anche perché se studiato male, un sistema gamificato rischia soltanto di essere controproducente.
Prima di tutto, devi chiederti se effettivamente la Gamification ti possa essere utile per raggiungere il tuo obiettivo. Magari sì, ma magari no… e in questo secondo caso potrebbero esserci strumenti di Content Marketing più appropriati al tuo caso.
In secondo luogo, devi pensare a chi sei. Qual è l’obiettivo che vuoi raggiungere? Quali prodotti o servizi offri? E soprattutto, a chi ti stai rivolgendo, nel creare un sistema gamificato?
In terzo luogo, devi pensare in concreto al modo in cui ti è possibile applicare elementi e dinamiche di gioco alla tua specifica situazione.
Sono tante cose a cui pensare? È vero, ma ne vale la pena: se strutturata bene, la Gamification ti può essere molto utile, come vedremo tra poco con qualche esempio concreto.
Per implementare un sistema gamificato è necessario innanzitutto porsi degli obiettivi, circoscrivere un target di riferimento e pensare a cosa vogliamo che faccia questo target. Dopodiché, vanno individuati degli elementi, delle regole o delle dinamiche di gioco che si adattino alle nostre esigenze e, soprattutto, a quelle del suddetto target.
Perché la Gamification funzioni è necessario che i nostri utenti si divertano. Il divertimento, infatti, è la chiave di tutto. Le persone non si devono sentire forzate a partecipare al gioco, lo devono fare perché sono motivate a farlo: per competizione, per collaborazione e socializzazione, per puro svago… l’importante è che trovino una qualche forma di appagamento nello svolgere determinate azioni.
Per implementare un sistema di Gamification devi porti degli obiettivi, individuare un target di riferimento e stabilire elementi, regole e dinamiche di gioco. Oh, e naturalmente i giocatori si devono divertire!
Gli elementi in gioco nella Gamification possono essere tanti. Si va dagli strumenti più basici come punti, classifiche e badge, che servono da incentivo alla partecipazione e alla competizione, fino a sistemi che integrano dinamiche di gioco complesse. Ovviamente, i primi non richiederanno un grande sforzo in termini di creatività, ma potrebbero risultare meno coinvolgenti, soprattutto su lungo periodo, mentre i secondi richiederanno più impegno, ma a fronte di potenzialità maggiori.
Una volta studiato e implementato il sistema di gioco, questo va testato nel tempo. Il feedback degli utenti è infatti fondamentale per correggere il tiro in caso di errori, oppure per puntare su elementi che risultano particolarmente apprezzati. Insomma, il lavoro non finisce con il lancio del sistema gamificato: questo va seguito (e magari “rinfrescato” con update e nuove sfide) fino a quando è in uso.
A questo punto, per capire in concreto che cos’è la Gamification, tornano utili un paio di esempi tratti dal mondo reale. Il primo riguarda un’app molto famosa, Foursquare, che permette di “fare check in” in un determinato posto, per segnalare agli altri che siete stati lì.
Prima di Foursquare, i suoi creatori avevano lanciato un’app che funzionava più o meno allo stesso modo, ma che aveva un altro nome e soprattutto qualche funzionalità in meno. Solo che non ha avuto successo, perché dopo le prime volte in cui gli utenti facevano check in, smettevano di farlo, perché non si sentivano motivati. E così, l’app ha fallito nell’intento di raggiungere la massa critica di utenti necessaria a far sì che l’attività di fare check in acquisisse valore “di per sé”.
Ed eccoci a Foursquare. Questa volta, gli sviluppatori aggiungono un elemento in più: ogni posto in cui è possibile fare check in ha ora una sua classifica personale, ai cui vertici si trovano i più assidui “checkatori”. Chi in un determinato momento ha fatto più check in diventa il “sindaco” di un posto. Non solo: i frequentatori abituali di locali, ristoranti o negozi ricevono offerte e sconti speciali.
In questo modo, gli utenti di Foursquare sono motivati a fare check in non solo per segnalare la propria presenza in un posto, ma anche per competere con gli altri utenti e per ricevere delle ricompense concrete. Si tratta di un semplice sistema di classifiche, badge e reward, ma che ha contribuito in maniera sostanziale al successo di Foursquare, soprattutto nella fase di lancio.
Un altro esempio facile da comprendere e tutto sommato facile anche nell’esecuzione è rappresentato da M&M’s, che all’interno di una più ampia campagna marketing ha postato sui suoi social questa immagine. In pratica, si tratta di una versione autoreferenziale di Dov’è Wally?, in cui veniva chiesto agli utenti di trovare un piccolo pretzel in mezzo a un mucchio di M&M’s.
Potrebbe sembrare un’idea da poco, ma questo semplice post ha avuto un successo incredibile, portando a oltre 25mila like su Facebook e circa 10mila commenti, risultando in un notevole aumento del coinvolgimento degli utenti sui social. Si tratta di un esempio di gamification interessante, perché dimostra che alle volte grazie a una buona idea si possono raggiungere ottimi risultati anche con poco.
L’ultimo esempio di Gamification che ti faccio riguarda un caso recente e 100% Made in Italy. Si tratta di Link&Lead, interessante startup che ha implementato un sistema di gamification per trasformare (di propria volontà, non preoccuparti!) i dipendenti in social ambassador, nello specifico su LinkedIn, il social network dedicato al mondo del lavoro.
Il sistema, fatto di classifiche, punteggi e incentivi, incentiva i dipendenti a condividere i contenuti del brand, misurando la loro attività su LinkedIn non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo. In questo modo, le interazioni e le condivisioni sui social aumentano sensibilmente e i lavoratori sono coinvolti in maniera attiva nella comunicazione del marchio.
Bene, ora ti è più chiaro cosa sia la Gamification e in che modo possa essere utile nell’ambito del marketing, in particolar modo digitale?
Se avessi ancora qualche dubbio in proposito, non esitare a contattarmi!